E-commerce prima di partire

Negli ultimi anni, il commercio elettronico ha visto una crescita esplosiva grazie alla tecnologia, all’uso diffuso di internet e degli smartphone.

La pandemia di COVID-19 ha accelerato questa tendenza, spingendo i consumatori verso gli acquisti online.

Miglioramenti logistici e sicurezza nei pagamenti hanno aumentato la fiducia nel commercio elettronico, rendendolo essenziale nell’economia globale.

Ma c’è qualcosa che dovresti sapere prima di prendere la strada del commercio elettronico.

Per qualche strano motivo, ancora oggi, molti sono attratti dalle opportunità di entrare nel mercato globale, tuttavia pensano che l’investimento si limiti alla costruzione del sito.

La realtà è molto diversa, in termini economici la costruzione del sito è solo il primo passo, limitarsi a quello significherebbe costruire un hotel bellissimo in mezzo al deserto.

Per quale motivo qualcuno dovrebbe visitarlo? La risposta è semplice, nessuno.

Per rendere produttivo un e-commerce bisogna portarci gli utenti, e le strade da percorrere sono poche. Più precisamente direi due, motore di ricerca e social.

Fino a un po’ di anni orsono i motori erano vari, ora siamo in una situazione commerciale praticamente di monopolio.

Esistono ancora diversi motori di ricerca ma il più potente è uno e uno solo, Google, con una quota del 90% del mercato, ma questo dovreste saperlo già visto che quando cercate qualcosa aprite il browser e la prima cosa che fate è scrivere google.it

Dunque nell’immaginazione di un potenziale venditore di beni e servizi, l’acquirente Pippo apre il suo bel browser, digita la parolina chiave e magicamente compare il proprio sito.

La cosa non va esattamente così, alla base dei motori di ricerca c’è un aggeggio strano, chiamato indicizzazione, l processo mediante il quale i motori di ricerca analizzano e archiviano le pagine web di un sito nel loro database.

Durante l’indicizzazione, i motori di ricerca esplorano il contenuto delle pagine web, seguendo i link interni ed esterni, per comprendere di cosa trattano e come sono strutturate. Questo permette ai motori di ricerca di fornire risultati pertinenti e utili agli utenti che effettuano ricerche utilizzando determinate parole chiave o argomenti.

Detto questo si potrebbe pensare che strutturando bene il sito ed i suoi contenuti sia possibile salire in maniera notevole nell’indicizzazione.

Qualche anno fa era così oggi non più. Questo tipo di indicizzazione, chiamata organica ha una valenza limitata rispetto al mercato, ovviamente in rapporto al prodotto da vendere più o meno limitata.

Faccio un esempio, probabilmente volendo vendere i servizi di un notaio in un paesino di 5000 anime dell’entroterra sardo attraverso un e-commerce, basterebbe anche l’indicizzazione organica, invece supponendo di cambiare zona e volendo vendere i servizi su Roma, l’indicizzazione organica servirebbe come la tachipirina somministrata ad un impiccato.

E allora come si fa? Si fa che si investono soldi nel motore di ricerca per salire nell’indicizzazione.

Senza addentrarsi nella parte tecnica, tanto più per il bene o servizio ci sono competitors nella zona bersaglio di vendita (come presenza digitale chiaramente), tanti più soldi ci vorranno come investimento.

Chiarita questa cosa sembra il minimo, prima di imbarcarsi nella costruzione di un e-commerce, chiedere un’analisi di mercato a un professionista per preventivare i costi di un investimento produttivo.

Un metodo per ridurre i costi può essere quello di affidarsi ai social per aumentare il traffico organico, il sistema è quello della condivisione dei contenuti attraverso i canali più comuni.

Tuttavia, anche qui, ormai senza mettere mano al portafogli è difficile raggiungere grandi quantità di utenti.

Le famose sponsorizzate social non sono altro che pubblicità a pagamento con cui si spingono prodotti e contenuti in modo da raggiungere non solo il proprio bacino di “amici” ma un pubblico più ampio e profilato.

Un professionista del settore, dopo un’analisi di mercato adeguata, sarà in grado di individuare la strada migliore e fare una previsione di investimento per ottenere un risultato accettabile.

Bisogna tener presente che anche nel fortunato caso in cui l’indicizzazione organica si ritiene possa dare qualche risultato, questo presuppone un impegno costante non solo nella costruzione dei contenuti basici del sito, ma anche nella produzione costante di contenuti nuovi che possano attrarre i sistemi di indicizzazione di Google e/o dei social. Ah ultima nota, il copia e incolla non vale perché per gli algoritmi di analisi contenuti duplicati sono trasparenti.

In conclusione l’investimento per entrare nel mercato digitale va ponderata, esistono in alternativa anche piattaforme come eBay, Amazon e Shopify, infrastrutture digitali che consentono ai venditori di superare il problema della visibilità ed evitare di costruire un sito proprio, tuttavia anche qui, essere produttivi non è semplice, la concorrenza è infatti sempre enorme, non tutti i prodotti o servizi sono vendibili ed in genere esistono sempre delle commissioni da pagare. Il consiglio è sempre uno solo, optare per una consulenza professionale prima di partire.

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